lunedì 2 agosto 2010

Su L'Espresso in edicola
"IS ARENAS FINANZIATA DA
SOCIETA' OFF-SHORE "
articolo di Paolo Biondani

Citazione dal settimanale nazionale L'Espresso per la recente condanna della Corte Europea del Lussemburgo sul campo da golf e villaggio turistico residenziale di Is Arenas, Narbolia Sardegna.Ecco l'intero testo.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sos-sardegna/2131571

Attualità
S.O.S. Sardegnadi Paolo Biondani
(30 luglio 2010)
Soffia forte il maestrale, sulla collina sacra di Cagliari. Dal costone di pietra bianca si levano folate di polvere che s'infila tra i cipressi, scuote i cespugli di mirto, piega le orchidee selvatiche, gonfia il profumo dell'elicriso giallo. Qui a Tuvixeddu, dentro migliaia di sepolcri scavati in queste rocce a precipizio sulla città, riposano i testimoni di civiltà millenarie: navigatori fenici, nobili cartaginesi, spose di patrizi e poeti romani. Un parco archeologico di importanza mondiale, 74 ettari di museo nel verde sospeso tra il cielo e il mare. 'Basterebbe un po' di rispetto per la nostra storia e di attenzione alla cultura per trasformare un sito così straordinario in una grande ricchezza anche turistica', s'infervora Maria Paola Morittu, giudice di pace e anima di Italia Nostra sull'isola. Poi si ferma sul baratro dell'ex cava: 'Eccoli'. Mostruosi, arroganti, i due casermoni in costruzione dell'impresa Cualbu sbarrano un'intera parete della necropoli. E davanti alla collina il panorama è quasi ostruito dagli specchi neri delle torri di 15 piani spuntate dai cantieri del gruppo Zuncheddu, il padrone dell'edilizia e dell'informazione locale. Oggi in Sardegna i costruttori contano più dei politici. Le inchieste sull'eolico che assediano il governatore Ugo Cappellacci non fermano le reti di potere e i comitati d'affari, che si alleano o combattono solo per spartirsi i business di sempre, edilizia e sanità. Su questi equilibri di forze si gioca anche l'atteso rimpasto della giunta regionale. In un'isola fiera del suo passato, i simboli del presente sono i nuovi palazzoni di Tuvixeddu: ecomostri senza storia all'assalto della Sardegna. 'Identità sarda? In ospedale sento parlare di occhi, cuore o reni solo da chi ce li ha malati. Se i nostri politici ne parlano tanto, significa che la nostra è un'identità malata', scuote la testa Giorgio Todde, medico oculista e scrittore di gialli, additando dalla cima di questa collina incantata la crosta di calcestruzzo e asfalto che ha via via ricoperto Cagliari.Trenta milioni di metri cubi Alla fine del 2009 il presidente Cappellacci, l'ex dirigente minerario diventato governatore per meriti familiari (suo padre era il commercialista di Berlusconi ai tempi oscuri degli affari immobiliari con Flavio Carboni a Olbia), ha varato una versione hardcore del piano casa: via libera al cemento perfino a meno di 300 metri dal mare. 'Il centrodestra punta a resuscitare tutti i progetti edilizi autorizzati prima del 2004 e per ora bloccati dalla nostra legge salva-coste', spiega, mappe alla mano, Gian Valerio Sanna, l'assessore all'Urbanistica del centrosinistra caduto il 25 novembre 2008: 'Solo i comuni costieri rischiano di essere inondati da più di 30 milioni di metri cubi di cemento: il doppio di tutte le costruzioni realizzate in Sardegna dal 1946 al 2001'. Per avere un'idea delle dimensioni, è come se le spiagge più belle d'Europa venissero sbarrate da un terrificante capannone alto tre metri, largo cento e lungo ben cento chilometri. In rapporto alla popolazione, sarebbe come far piovere due scatoloni di cemento di un metro per lato nel giardino di ogni sardo, neonati compresi. 'Le nostre coste sono già invase da oltre 210 mila appartamenti, addirittura un quarto del totale, che restano vuoti per 350 giorni all'anno', spiega Sanna: 'La cementificazione consuma per sempre il territorio e non risolve i problemi dei cittadini che cercano case vivibili a prezzi ragionevoli'. 'E gli abusi edilizi mai demoliti sono almeno 45 mila', aggiunge Stefano Deliperi, che ha fondato un Gruppo d'intervento giuridico per liberare la Sardegna dagli '11 campeggi-bidonville illegali nel parco del Molentargius' o per far condannare dalla Corte europea '240 mila cubi di lottizzazioni a Is Arenas finanziate da una società offshore'.

Ma allora per chi suona la campana del neo-liberismo edilizio?I signori del mattone Zuncheddu e Cualbu sono i più potenti costruttori dell'isola. Il primo controlla con vertici settimanali la linea del giornale, della tv e della radio più popolari: 'Unione sarda', Videolina e Radiolina. Già in predicato di scendere in campo alle ultime regionali (si era già fatto le foto elettorali), potrebbe riprovarci se cadesse Cappellacci. Al governatore rimprovera, tra l'altro, di non avergli ancora legalizzato un piano edilizio da 80 mila metri cubi a Cala Giunco, la spiaggia-gioiello di Villasimius, bocciato dal Consiglio di Stato. A Cagliari la sua potenza è riconfermata dalla velocità supersonica della 'variante non sostanziale' (parola di Comune) che trasforma in cinema multisala l'ultima fetta dei 167 mila metri cubi delle tecno-torri, battezzate con involontaria ironia 'I fenicotteri': domanda il 13 luglio, approvazione in giunta il 14. Mentre Cualbu, che ha cantieri da Napoli a Catania, ha potuto costruire i primi palazzoni di Tuvixeddu grazie a un sovrintendente ora sotto processo proprio per quell'abuso d'ufficio: sua figlia, guarda caso, era stata appena assunta dal costruttore.Ma oltre a immobiliaristi di ogni risma e agli immancabili capitali mafiosi (ultimo caso la 'ndrangheta), il mare della Sardegna attira anche i big italiani e stranieri. Per vedere che futuro si prepara, basta superare la sabbia bianca di Chia, fare un tornante a 180 gradi e scendere fino al mare azzurrissimo di Capo Malfatano. In quest'oasi di verde le ruspe della Sitas stanno sbancando i terreni per una maxi-lottizzazione da 140 mila metri cubi capitanata da Montepaschi e Benetton, con il gruppo Marcegaglia (Fort Village di Pula e albergo-scandalo della Maddalena) pronto a rilevarne la gestione e raddoppiare a Tuerredda. I 27 chilometri di coste immacolate attorno a Capo Teulada sono minacciate da altri due super-progetti per turisti di lusso. Ma ai premi di cubatura del piano casa (che in realtà favorisce hotel e resort: più 35 per cento in deroga a tutti i vincoli) si sono già dichiarati interessati big come Ligresti, che vorrebbe aumentare il Tanka Village, il costruttore-editore Bonifaci , che sogna di regolarizzare un chilometrico golf-club, o Tom Barrack, che punta a rinegoziare il bis della Costa Smeralda. Premier premiato Berlusconi in persona ha in cantiere fin dagli anni '80 il maxiprogetto Olbia 2, ridotto a 250 mila metri cubi e ribattezzato Costa Turchese dopo l'addio di Carboni: per ora è tutto fermo, anzi cancellato dal piano paesaggistico studiato da Edoardo Salzano per l'ex governatore Renato Soru. Nell'attesa, il premier sta facendo l'apripista. Il 13 aprile l'immobiliare Idra spa, titolare di villa Certosa, ha chiesto di costruire due nuovi 'fabbricati separati' proprio grazie al piano casa: 726 metri cubi di nuove camere con garage per amici e amiche a cento metri dal mare, in deroga perfino alla legge Galasso. Appena 16 giorni dopo (ma si è saputo solo ora) la neonata commissione regionale per il paesaggio, pur accertando 'carenze documentali nelle autocertificazioni da regolarizzare', ha dato 'parere favorevole', senza neppure una parola di motivazione. Se gli altri uffici, finora spaventati dalle norme penali, dovessero adeguarsi, la legge salvacoste sarebbe morta in tutta la Sardegna. E a frenare il boom del mattone resterebbe solo la crisi: chi ha soldi, fa ciò che gli pare.Soru è rimasto solo 'Appena eletto, Cappellacci disse che avrebbe ascoltato tutti, invece abbiamo scoperto che ascoltava solo Carboni, Dell'Utri e Verdini. Stanno svendendo le coste e distruggendo il territorio: vogliono colonizzare la Sardegna', tuonava Soru la settimana scorsa, mentre gli scandali neo-piduisti soffiavano sulla giunta berlusconiana. Ma nella sua casa minimalista accanto alla scalinata di Bonaria, il padrone di Tiscali e dell''Unità' sembra un uomo debole e solo. Contestato da sinistra, per aver ammesso deroghe eccezionali al suo piano paesistico. E affondato da destra, con l'aiuto di nemici interni come il democratico Paolo Fadda. 'La calunnia è come la goccia cinese: hanno continuato a ripetere che anch'io facevo affari col cemento, e non sono stato capace di convincere gli elettori che era tutto falso', si rimprovera l'ex governatore. 'Hanno fatto girare la voce che avrei fatto incetta di terreni interni, valorizzati dai vincoli sulle coste: la verità è che non ho comprato neanche un orto. Con i soldi del boom di Internet, ho acquistato solo coste che voglio salvare: 300 ettari di dune a Scivu, un'ex colonia dei minatori a Funtanazza, un fabbricato orrendo che ho solo ristrutturato a Cuccureddus. Avevo 200 mila metri cubi di nuovi volumi edificabili e me li sono cancellati da solo: il contrario del conflitto d'interessi. I berlusconiani hanno vinto perché la nostra giunta non ha saputo comunicare ai cittadini i benefici dello stop alla cementificazione e della fine dei regali alla sanità privata'. Cliniche, veleni e dossier A Cagliari c'è un ex militare delle forze speciali, ferito in zone di guerra ed ex collaboratore dei servizi, che ha 'controllato' per mesi, come dice lui, la casa di Nerina Dirindin, l'economista torinese che ha risanato la sanità sarda negli anni di Soru (passivo ridotto a 78 milioni tra gli applausi di Tremonti).Lo spione non rivela chi lo pagava: a 'L'espresso' dice solo che, 'in generale', qui abbondano gli investigatori e i dossier; e che i mandanti di certe 'operazioni' sono 'quasi sempre imprenditori, ma anche politici'. Il bello è che questo caso inedito di spionaggio privato non sorprende nessuno, tantomeno i capicorrente della destra. Ma cosa aveva combinato, l'economista di Soru, per meritarsi tanto? A rispondere è Benedetto Barranu, ex dirigente dell'Asl 8 di Cagliari (bilancio da 850 milioni di euro, il 40 per cento del fondo regionale), che cita tre riforme del centrosinistra: 'Il tetto di spesa per le cliniche, il taglio delle convenzioni con i laboratori, il quadruplicamento dei posti letto pubblici per la riabilitazione, che prima erano monopolio dei privati'. Appena entrata in carica, la giunta Cappellacci ha fatto il contrario: più soldi a cliniche e laboratori, meno controlli sui medici privati. Risultato: già nel 2009 nei conti della sanità si è aperto un buco di 250 milioni. E ora la Sardegna è tornata a rischiare il commissariamento. Ma Cappellacci adesso deve pensare a salvarsi la poltrona. L'uomo forte del Pdl, Romano Comincioli, una vita con Silvio passando da Carboni a Ricucci, sta già trattando il rimpasto d'agosto: meno potere a Verdini, più assessori agli alleati. Che sono tanti, forse troppi: autonomisti del Psd'az, finiani, riformatori sardi e l'Udc di Giorgio Oppi, per anni assessore e tuttora padrone della sanità (Iglesias, la sua città, ha 28 mila abitanti e tre ospedali), senza contare i massoni legati alla figlia assessore del defunto maestro Armando Corona. A Cagliari perfino il contestato vescovo Giuseppe Mani (detto 'money' o 'monsignor Iban' dopo l'ennesima leggina finanzia-oratori), ex 'generale' dei cappellani militari, ha un proprio assessore di fiducia, Maria Lucia Baire. E accanto ai costruttori non mancano imprenditori-politici, come il gruppo Randazzo, che controlla i centri per disabili dell'Aias, o la famiglia Floris, proprietaria del secondo polo sanitario privato, che esprime l'attuale sindaco di Cagliari. Ignazio Artizzu, votatissimo finiano doc, prevede un rimpasto sanguinoso: 'Cappellacci non cadrà, ma è necessario uno scatto di reni per recuperare la fiducia che gli elettori hanno perduto'. Traduzione: Cappellacci-bis, ma sotto la tutela dei capitribù pronti alla guerra per spartirsi gli affari: edilizia, sanità ed energia, naturalmente.

(dal settimanale L'Espresso).

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