sabato 7 agosto 2010

Calabria, Galati (frazione di Brancaleone)
LEGAMBIENTE CONTRO GOLF E RESIDENZE
minacciate dune e Caretta Caretta


Campo da golf con 18 buche e complesso residenziale con annesso centro commerciale minacciano la tartaruga Caretta Caretta in Calabria, provincia di Reggio.Il GAM sostiene le proteste dei cittadini, di Legambiente e Goletta Verde (nella foto sopra) contro il progetto del villaggio turistico "Jewel of the sea - Gioiello del mare". Ripubblichiamo qui integralmente sul caso la nota di ecoblog.
Dal sito
http://www.ecoblog.it/post/10961/spiaggia-di-brancaleone-legambiente-il-jewel-of-the-sea-le-caretta-caretta-minacciate-e-i-miei-ricordi-di-bambina


Galati, è una frazione del Comune di Brancaleone. Salta alle cronache in questi giorni per l’accesa protesta di Legambiente che si batte contro la costruzione del Jewel of the sea (qui la VIA), un complesso residenziale con annesso centro commerciale e campo da golf con 18 buche. Nella foto in alto, scattata da Diego Leocani che ha un gruppo di amici di Brancaleone Marina su Facebook, si vede chiaramente in basso a sinistra il complesso delle villette che va direttamente sulla spiaggia habitat per la riproduzione delle tartarughe Caretta Caretta, specie protetta.
La zona, era sotto vincoli ma, scrive il Corriere del Sud:
A dare il via libera alla lottizzazione una variante urbanistica approvata in fretta nel 2006, per un’area già sottoposta a numerosi vincoli ambientali e paesaggistici.
Da quelle parti, solo un albergo-villaggio costruito tantissimi anni fa e che non regge, evidentemente, le richieste per chi vuole fare turismo in una zona bellissima e ancora incontaminata tanto da essere meta dalle Caretta Caretta.
Goletta Verde (qui la cronaca dal loro blog) è passata di lì nei giorni scorsi e ha consegnato la bandiera nera agli amministratori di Brancaleone, poiché ha fatto notare Legambiente che:
un progetto autorizzato nel 2006 dalla Giunta comunale, che prevede tra l’altro la costruzione sulle dune di un gruppo di villette a due piani fuori terra, che stanno formando un muro invalicabile a una trentina di metri circa dalla battigia. Lascia perplessi che nel 2010 si continui a investire in un vecchio modello di sviluppo, che anziché salvaguardare e valorizzare la straordinaria valenza ambientale delle dune di Brancaleone, sito non a caso scelto dalle Caretta Caretta per nidificare, punta sul cemento, pregiudicando la corretta conservazione dell’ecosistema dunale. Senza entrare nel merito della legittimità delle concessioni edilizie, che spetta solo agli inquirenti, ci chiediamo come sia stato possibile autorizzare la costruzione del villaggio, nella parte ricadente sulle dune.

2 commenti:

  1. Sul caso Brancaleone interrogazione alla Camera dei Deputati di un gruppo di parlamentari del PD.
    Destinatari
    Ministero destinatario:
    TURISMO
    MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
    MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
    MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
    Attuale delegato a rispondere: TURISMO delegato in data 23/07/2010
    Stato iter: IN CORSO
    Atto Camera

    Interrogazione a risposta scritta 4-08141
    presentata da
    ELISABETTA ZAMPARUTTI
    lunedì 26 luglio 2010, seduta n.358

    ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro per il turismo, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per i beni e le attività culturaliTesto integrale dal sito Banca dati della Camera
    http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=27678&stile=6&highLight=1&paroleContenute='INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA'

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  2. dal sito

    http://www.ecologiae.com/tartarughe-calabria-cemento/19270/
    Tartarughe “sfrattate” dal cemento in Calabria

    Se c’è un paese che in Italia può essere considerato la patria delle tartarughe, questo è Galati, in provincia di Reggio Calabria, dove nidifica il 70% delle tartarughe italiane. Almeno fino ad oggi. Un progetto della Rdv (Rosa dei Venti) ha intenzione di distruggere questo Paradiso con una colata di cemento proprio in tutta l’area dove gli animali depongono le proprie uova, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza della specie.

    A denunciare tutto è Legambiente, che oltre ad assegnare la bandiera nera all’azienda e al comune di Brancaleone (di cui Galati è una frazione), ha anche reso noto al pubblico lo scempio che quest’azienda ha intenzione di attuare. Secondo quanto spiegato da Antonio Morabito, presidente di Legambiente Calabria,

    il progetto prevede anche un centro commerciale, un albergo club house, impianti sportivi, piscine, campi da golf a 18 buche nel territorio a maggior rischio desertificazione della provincia reggina. Il tutto per un’estensione di 11.420 ettari.

    Ma ciò che più preoccupa gli ambientalisti è una distesa di villette (20 sono già completate) appollaiate su 5.000 metri quadrati di dune. Proprio quelle dune in cui sono solite nidificare le tartarughe. L’area fa parte del Parco regionale marino Costa dei Gelsomini, vicina al sito di Interesse Comunitario Spiaggia di Brancaleone, istituito proprio per evitare la cementificazione selvaggia. Per questo motivo non si capisce come mai sia stata data l’autorizzazione a costruire.

    Un’autorizzazione poco chiara, dato che dal piano presentato per l’approvazione non c’è alcun cenno alle villette che sono il particolare più inquinante. Oltre al danno, anche la beffa, dato che sul sito della Rdv compare la scritta, nella presentazione del complesso:

    E’ stato progettato secondo le tecniche più avanzate, per dare il massimo della funzionalità ed indipendenza nel pieno rispetto dell’ambiente.

    Una frase che ha mandato su tutte le furie Morabito, il quale ha risposto su Repubblica:

    Ma quale rispetto dell’ambiente? Basti pensare che la società costruttrice ha sede in una delle vecchie case costruite sulla spiaggia, recintata da un muro di cemento a forma di nave con gli oblò. E’ vero che sono case edificate prima della legge attuale, ma non mi sembra affatto una scelta che indica rispetto per l’ambiente.

    Il turismo in Calabria non si rilancia di certo in questo modo, e speriamo che chi di dovere faccia chiarezza perché non è possibile continuare a vedere colate di cemento a scapito della sopravvivenza di intere specie animali.

    Fonte: Repubblica

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