martedì 31 agosto 2010

Dopo la condanna per il golf a Is Arenas
incredibilmente i lavori continuano
LA COMMISSIONE AVVIA NUOVA PROCEDURA D'INFRAZIONE


La Commissione Europea ha risposto (nota P-5040/10ES, E5325/10ES del 10 agosto 2010) all’interrogazione prioritaria presentata il 22 giugno 2010 dal deputato catalano Raül Romeva i Rueda, del Gruppo Verdi/A.L.E., riguardo la realizzazione in corso del progetto turistico-edilizio del gruppo immobiliare Is Arenas sulle dune boscate di Is Arenas (Narbolìa – San Vero Milis, OR in Sardegna): la Commissione ha confermato di essere a conoscenza della prosecuzione dei lavori nonostante la condanna da parte della Corte di Giustizia europea (sentenza Sez. IV, 10 giugno 2010, causa C-491/08) e ha già chiesto alle Autorità nazionali italiane che cosa intendano fare per dare esecuzione alla sentenza. In base alla risposta deciderà un eventuale ricorso (art. 260 del Trattato CE) alla Corte di Giustizia europea per ottenere una condanna al pagamento di specifica sanzione pecuniaria determinata dall’inottemperanza alla sentenza.
Difficilmente la prosecuzione dei lavori edilizi sulle coste del Sinis rimarrà senza conseguenze.
La condanna da parte della Corte di Giustizia nei confronti dell’Italia, su ricorso (causa C-491/08) della Commissione europea, è infatti stata determinata dall’avvenuta realizzazione tuttora in corso del progetto turistico-edilizio del gruppo immobiliare Is Arenas sulle dune boscate di Is Arenas (Narbolìa – San Vero Milis, OR) senza l’approvazione di un’adeguata valutazione di incidenza ambientale (necessario ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora, trattandosi di un sito di importanza comunitaria).
Pertanto, il deputato catalano Raül Romeva i Rueda, del Gruppo Verdi/A.L.E., ha presentato il 22 giugno 2010 un’interrogazione prioritaria al Parlamento europeo chiedendo quali iniziative intenda adottare la Commissione europea nei confronti di questa plateale violazione del diritto comunitario e del giudicato della Corte di Giustizia europea (artt. 10, 226 e 238, paragr. 3 del Trattato CE).
Inoltre, le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico – che hanno inoltrato i ricorsi alla Commissione europea, decisivi per l’apertura della procedura di infrazione e conducono da anni questa lunga battaglia per la legalità e l’ambiente – hanno provveduto a inoltrare specifiche segnalazioni (24 giugno 2010) dell’avvenuta emanazione della sentenza della Corte di Giustizia alle Procure della Repubblica di Roma, di Cagliari e di Oristano, nonché alla Procura generale della Corte dei conti e alla Procura regionale della Corte dei conti per la Sardegna riguardo le conseguenze pecuniarie della medesima sentenza. La segnalazione in proposito è stata inoltrata anche al Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare.
Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico e i Verdi europei, grazie all’incessante operato della presidente Monica Frassoni, continueranno a fare quanto possibile perché chi ha sbagliato – e ha comportato un danno ambientale – paghi.

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